Pensieri

Il gioco del mondo

21.02.2025
“Finisco sempre con l’alludere al centro senza la minima garanzia di sapere quel che dico, cedo al facile tranello della geometria con cui si pretende di far ordine alla nostra vita di occidentali: Asse, centro, ragion d’essere, Omphalos, nomi della nostalgia indoeuropea.
Anche questa esistenza che qualche volta cerco di descrivere, questa Parigi dove mi muovo come una foglia secca, non sarebbero visibili se dietro non palpitasse l’angoscia assiale, il rincontro con il fusto. Quante parole, quante nomenclature di uno stesso scompiglio. A volte mi convinco che la stupidità si chiama triangolo, che otto per otto è la follia o un cane. Stringendo la Maga, questa concrezione di nebulosa, penso che fare un pupazzetto con la mollica di pane abbia ugual significato che scrivere il romanzo che non scriverò mai o difendere con la vita le idee che redimono i popoli. Il pendolo compie il suo movimento istantaneo e nuovamente mi ritrovo inserito nelle categorie tranquillizzanti: pupazzetto insignificante, romanzo trascendente,morte eroica. Li metto in fila, dal minore al maggiore: pupazzetto, romanzo, eroismo. Penso alle gerarchie dei valori, così ben esplorate da Ortega, da Scheler: estetica, etica, religione. Religione, estetica, etica. Etica, religione, estetica. Il pupazzetto, il romanzo. La morte, il pupazzetto. La lingua della Maga mi fa il solletico. Rocamadour, l’etica, il pupazzetto,la Maga. La-lingua, il solletico, l’etica.”
Julio Cortazar, da “Il gioco del mondo”, 1963
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In evidenza: Paul Klee, “Traveling Circus”, 1937

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