“Lascio agli eredi l’imparzialità
La volontà di crescere e capire
Uno sguardo feroce e indulgente
Per non offendere inutilmente
Lascio i miei esercizi sulla respirazione
Cristo nei Vangeli parla di reincarnazione
Lascio agli amici gli anni felici
Delle più audaci riflessioni
La libertà reciproca di non avere legami
E mi piaceva tutto della mia vita mortale
Anche l’odore che davano gli asparagi all’urina
We never died
We were never born
We never died
We were never born
Il tempo perduto, chissà perché
Non si fa mai riprendere
I linguaggi urbani si intrecciano
E si confondono nel quotidiano
Fatti non foste per viver come bruti
Ma per seguire virtute e conoscenza
L’idea del visibile alletta, la mia speranza aspetta
Appese a rami spogli, gocce di pioggia si staccano con lentezza
Mentre una gazza, in cima ad un cipresso, guarda
Peccato che io non sappia volare
Ma le oscure cadute nel buio
Mi hanno insegnato a risalire
E mi piaceva tutto della mia vita mortale
Noi non siamo mai morti
E non siamo mai nati
We never died
We were never born
We never died
We were never born”
Franco Battiato, “Testamento”, dall’album “Apriti sesamo”, 2012
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Nell’immagine: Dipinto di Franco Battiato