“La prima era una donna di straordinaria bellezza e Dio le impose il nome di Lilith. E disse ad Adamo e Lilith: “Congiungetevi e procreate.” Ma non fu così semplice. Certo, Adamo sapeva come si faceva, aveva appreso tutto dagli animali. Però gli parve poco decoroso farlo come lo facevano le bestie. Pensa e ripensa, si inventò una nuova posizione che poi ebbe molto successo nei secoli a venire. Allora disse a Lilith: “Stenditi a terra con la schiena appoggiata al suolo e allarga le gambe.” Lilith, che non sapeva ancora dove Adamo volesse andare a parare, obbedì. Ma quando lui si pose tra le sue gambe e le si distese sopra, questa riuscì abilmente a sfilarsi e con un balzo si mise lei a cavalcioni di Adamo. “Perché fai così?” Le domandò Adamo. Lei rispose: “Perché non sopporto il peso dell’uomo sopra di me.” E ciò detto cominciò a muoversi ritmicamente sopra Adamo, il quale, nonostante il piacere, la prese per i fianchi e la sollevò. “Macari io!” disse Adamo “Non posso sopportare il peso di un altro essere umano su di me.”
Lilith aveva quello che si dice ora un caratteraccio e oltretutto era una protofemminista. Rispose: “Tra te e me non c’è nessun rapporto di subordinazione. Noi due siamo nati dalla stessa creta, siamo uguali.” “Ti ordino di rimetterti sotto!” intimò Adamo. Per tutta risposta Lilith gli fece uno sberleffo, aprì la porta dell’Eden e se ne andò sulla Terra.
Di lei Adamo ebbe notizia un centinaio di anni dopo, pare che se la spassasse con gli ex nanetti che avevano intanto raggiunto il Mar Rosso.
Non passò molto tempo che Adamo tornò ad essere malinconico.
«Ti manca la femmina?» gli domandò Dio.
«Sì, Signore».
Ma Dio, per evitare altre questioni, pensò bene di non fargli un’altra compagna con la stessa creta con la quale aveva fabbricato Lilith.
La Scrittura dice che mentre Adamo dormiva il Signore gli levò una costola con la quale modellò la femmina.
Questa storia della costola è semplicemente assurda. Perché il suo significato ultimo sarebbe quello che la donna, in sostanza, esiste perché esiste l’uomo. Sarebbe per stabilire, come sosteneva Lilith, un principio di subordinazione.
In realtà Dio fece qualche altra cosa mentre Adamo dormiva.
Vedete, a quei tempi ogni umano aveva in sé l’esatto opposto del suo essere.
Mi spiego meglio.
Adamo incarnava l’essenza maschile e quella femminile. Era anche donna.
In lui aveva prevalenza la qualità maschile, ma era sempre in lui insita anche la parte femminile. Quindi Dio non fece altro che separare il lato femminile di Adamo da quello maschile.
La separazione, quella prima volta, fu netta. In altre occasioni invece lasciò una maggior qualità femminile in alcuni uomini e il contrario. E non so perché ancora oggi ci si “amminchi” nel pensarla come a una malattia, uno sbaglio e invece, credetemi, è la cosa più normale nella storia della Terra.
Al risveglio, Adamo si trovò accanto una meravigliosa creatura. Meno bella di Lilith. Ma assai più attraente, vai a sapere perché. Eva. Prima di lasciarli Dio disse: “Crescete e moltiplicatevi.”
Beh, vedete, quel “crescete” era proprio letterale. Dio aveva stabilito che l’età dell’uomo sarebbe stata di novecento anni, il che veniva a significare che prima di procreare con Eva, Adamo dovette raggiungere l’età di far figli, cioè cinquant’anni.
Un attimo, perché prima devo fare un inciso. Il libro della Genesi non racconta nulla di tutto questo, è molto evasivo nella sua concisione. Infatti dice che Adamo conobbe Eva e da questa conoscenza nacque Caino. Attenzione, ecco da dove deriva il senso biblico del verbo conoscere!
Come eravamo ingenui, pensavamo che bastasse un solo amplesso per conoscere una donna. Ci impiegheremo secoli per capire che nemmeno dopo mille amplessi riusciremo a capire come è una donna. Io, siccome sulla mia origine si è detto tutto e il contrario di tutto, dovrò farvi una rivelazione. Venni concepito proprio durante il Peccato Originale.”
Andrea Camilleri, da “Autodifesa di Caino”, 2019
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Nell’immagine: Marc Chagall, “Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso“, 1961