“Pigro e indifferente, scuotendosi agevolmente lo spazio dalle ali, conoscendo la via, l’airone passa sopra la chiesa, sotto il cielo. Bianco e remoto, assorto in se stesso, senza fine copre e scopre il cielo, si muove e s’arresta. Un lago? Cancellane le sponde! Una montagna? Oh, perfetto… l’oro del sole sulle sue pendici. Vi si tuffa dentro. Felci poi, o bianche piume, per sempre, sempre…
Anelando alla verità, aspettandola, laboriosamente distillando qualche parola, anelando per sempre… (un grido si leva a sinistra, un altro a destra. Ruote seguono vie divergenti. Omnibus si ammassano in conflitto)… anelando per sempre… (con dodici distinti rintocchi l’orologio assevera che è mezzogiorno; la luce fa spiovere scaglie d’oro; sciamano i bambini)… perennemente anelando alla verità. Rossa è la cupola, monete pendono dagli alberi, fili di fumo si levano dai camini; latrato, grido, richiamo “Pentole, pentole!”… e la verità?
Convergenti verso uno stesso punto piedi machili e piedi femminili, neri o incrostati d’oro… (Questo tempo nebbioso… Zucchero? no, grazie… Il commonwealth del futuro)… la luce del fuoco guizza e arrossa la stanza, tranne le nere figure dagli occhi lucenti, mentre fuori un furgone scarica, Miss Vattelapesca prende il tè seduta al suo scrittoio, e lastre di vetro proteggono pellicce…
Ostentati, leggeri come foglie, sospinti negli angoli, soffiati nelle ruote, spruzzati d’argento, a casa o non a casa, radunati, dispersi, divisi in ordini separati, trascinati su, giù, lacerati, affondati, aggregati… e la verità?
E adesso ricordare accanto al fuoco sul bianco quadrato di marmo. Levandosi da eburnei abissi le parole perdono la propria tenebrosità, fioriscono e penetrano. Caduto il libro; nella fiamma, nel fumo, nelle fugaci scintille… o in viaggio adesso, il quadrato di marmo sospeso e, sotto, minareti e i mari indiani, mentre lo spazio corre via turchino e le stelle sfavillano… la verità? o adesso, paghi di esservi vicini?
Pigro e indifferente torna l’airone; il cielo vela le sue stelle, poi le mette a nudo.
Virginia Woolf, “Lunedì o martedì”
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Roger Fry, “Ritratto di Virginia Woolf”, 1917