“Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un caffè del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato?
Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli?
Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato?
Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: ‘Non importa, l’importante è che sei qui?
Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘Non ti ho mai dimenticato’?
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.”
“E’ la realtà ad averti smascherata. La realtà che è diversa dalle fantasie, dai sogni in cui vivi di solito. Perché questa è la vita, dolcezza, la vita vera, reale, quella in cui cerchi sempre di essere ammessa come membro a pieno diritto e che continua a respingerti come un corpo che rigetta un organo trapiantato.”
David Grossman, da “Qualcuno con cui correre”, 2000