Affabulazioni

Olivia Denaro

24.03.2023
Una volta, mentre facevamo l’analisi grammaticale, la maestra ci aveva dettato la frase: «La donna è uguale all’uomo e possiede i medesimi diritti».
Tutte noi bambine ci eravamo incurvate sul quaderno e avevamo iniziato a compitare:
la, articolo determinativo, femminile, singolare; donna, nome comune di persona, femminile, singolare.
A me però non suonava bene questa cosa: femminile singolare.
«Maestra, l’esercizio è sbagliato»
«Che cosa vuoi dire, Oliva?».
«La donna non è mai singolare», avevo risposto.
«Una donna, tante donne, – aveva contato sulle dita. – Singolare, plurale».
Io però non ero convinta.
«La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa, al mercato o ai funerali, e a anche lì si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna».
«Io una donna femminile singolare non l’ho vista mai». Avevo proseguito timidamente.
«Forse hai ragione tu, Oliva – mi aveva spiegato. – Però la grammatica serve anche a modificare la vita delle persone».
«E che significa maestra?». Ero mortificata perché mi sembrava di non aver capito.
«Che dipende da noi, il femminile singolare. Anche da te».
Viola Ardone, da “Oliva Denaro”, 2021
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Immagine in evidenza: Demetrio Cosola, “Il dettato”, 1891

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