Affabulazioni

Marìa Kodama

21.04.2023
La vidi a Buenos Aires in un ricevimento di italiani. Aveva il sorriso più ironico mai incontrato. Toccai la sua mano che aveva alleviato la cecità di Borges.
Le mandai una mia poesia su di lui. Lei mi suggerì di cambiare il titolo. Così feci.
Ho provato per lei un affetto riflesso, come in una notte senza luci intorno, si sta sotto la luna.
Senza di lei sento che Borges, il mio preferito, sprofonda ancora di più nel cimitero di Ginevra.
Non so se è stato affannoso per lei stare accanto a Borges, prendersi cura completa di lui e delle sue carte.
Immagino invece come sia stato arduo per lui essere all’altezza dell’ammirazione di Marìa.
Accorgersi della di lei indulgenza per le sue debolezze. Ricevere da lei la devozione sapendo, o almeno sospettando, di non meritarla.
Gli insuperabili sanno la loro insufficienza rispetto alla totale dedizione di una donna.
Una notte a Buenos Aires passai sotto una casa segnata da una scritta: “Aquì vivìo…”.
C’era il nome di lui.
Spero che venga aggiunto quello di Marìa.
Erri De Luca, 03 aprile 2023

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