Pensieri

Non uccidere!

03.09.2023
“Perché non vi siano né l’oppressione del popolo né le inutili guerre, e perché nessuno s’indigni più contro coloro che sembrano essere i colpevoli di tutto ciò, occorrerebbe in realtà ben poco, e precisamente e unicamente che gli uomini capiscano come stanno veramente le cose, e le chiamino con il loro nome; e sappiano che un esercito è uno strumento d’omicidio e che il costruire e comandare un esercito – ovverosia ciò di cui si occupano con tanta disinvoltura i re,
gli imperatori, i presidenti – è soltanto una preparazione all’omicidio.
Basterebbe che ogni re, imperatore, o presidente comprendesse che i suoi doveri di comandante
in capo delle forze armate non sono affatto un incarico onorevole e importante, come gli fan
credere i suoi adulatori, bensì un malvagio e vergognoso prepararsi all’omicidio; e che ogni
privato cittadino comprendesse che il pagamento delle tasse, con le quali si arruolano e si armano
i soldati, e a maggior ragione il prestar servizio militare, non sono affatto azioni senza importanza,
bensì azioni malvagie e vergognose, e costituiscono non soltanto una connivenza ma una vera e propria complicità ad un omicidio – e subito si vanificherebbe da sé tutto quel potere degli imperatori, dei presidenti e dei re che tanto ci indigna e per il quale adesso si continua ad assassinarli. Per cui non occorre assassinare gli Alessandri, i Carnot, gli Umberti e gli altri, ma occorre spiegar loro che sono essi stessi degli assassini, e occorre soprattutto non permettere loro di assassinare altra gente, rifiutare di assassinare su loro comando.”
Lev Tolstoj, da “Non uccidere”, 1900
“Non Uccidere!” è il titolo dell’articolo che Tolstoj scrisse dopo l’assassinio del re d’Italia Umberto I ad opera dall’anarchico Gaetano Bresci e nel quale lo scrittore condannava ogni atto di violenza sostenendo che il popolo stesso avrebbe potuto porre fine all’oppressione  dei potenti semplicemente  rifiutandosi di prestare prestare servizio militare e astenendosi dal pagamento delle tasse finalizzate a finanziarne le guerre.
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Nell’immagine: Sasha Korban, street artist ucraino (Kiev)

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