Affabulazioni

Le ragioni del giorno

12.09.2023
Primo giorno di lezioni.
Il professore di “Introduzione al Diritto”- molto giovane, a dire la verità – entrò in classe e senza nemmeno presentarsi chiese il nome a uno studente seduto in prima fila, coi capelli piovuti sulla fronte e l’aria distratta.
– Lei, come si chiama?
– Mi chiamo Antonio…
– Se ne vada immediatamente fuori, e non torni mai più!, urlò il Professore.
Antonio sembrò, per un momento, confuso. Non capiva cosa stesse succedendo. Dopo un po’, come se fosse tornato da un lungo viaggio, raccolse le sue cose e uscì.
I suoi compagni erano spaventati, qualcuno persino indignato. Ma nessuno disse nulla
– Bene, cominciamo!, disse il Professore.
Guardò uno ad uno gli studenti e poi domandò:
– A cosa servono le leggi?
Gli studenti ci misero a po’ a riprendersi da quella esperienza inedita appena vissuta. Poco a poco, però, ritrovarono la voce, e qui e là nacque qualche timida risposta.
– Per mettere ordine nella società-, disse uno.
– No! – Rispose il Professore.
– Per farle rispettare.
– No!
– Per far sì che quelli che sbagliano paghino per le loro azioni.
– No!, disse il Professore.
E, ormai spazientito, aggiunse:
– Insomma, qualcuno mi sa dare una risposta a questa domanda?
Dal fondo si alzò una ragazza.
– Affinché sia fatta giustizia, disse con una voce appena udibile.
– Finalmente! Per una questione di giustizia. E ora, ditemi, cosa sarebbe, a cosa serve questa benedetta giustizia?
Tutti erano visibilmente infastiditi dall’atteggiamento del Professore. Tuttavia, continuarono a rispondere.
– Per… salvaguardare i diritti umani, disse uno.
– E che altro?, incalzò il Professore.
– Per poter dividere il bene dal male.
– Per poter premiare coloro che operano bene…
Il Professore tornò a guardare tutti quanti, uno dopo l’altro, con aria di sfida.
– Bene. Non male. Ma ora, rispondete a questa domanda:
Mi sono comportato bene io cacciando Antonio da quest’aula, all’inizio della lezione?
Tutti rimasero in silenzio, nessuno osava proferire parola.
– Voglio una risposta unanime!, urlò il Professore.
E tutti risposero con una sola voce.
– No!
Si potrebbe dire che ho commesso un’ingiustizia?
– Sì!
– E allora come mai nessuno di voi ha fatto qualcosa per evitarlo?
A cosa servono le leggi e le regole se non abbiamo il coraggio e la volontà di farle rispettare? Abbiamo tutti l’obbligo di far sentire la nostra voce quando siamo testimoni di una prevaricazione.
Ciascuno di noi! Senza eccezioni!
Ripetetevelo dentro di voi: Non resterò mai più in silenzio davanti a un’ingiustizia! Quando lo faccio, quando lo facciamo, perdiamo la nostra dignità, perdiamo noi stessi, e arriva il giorno in cui non ci ritroviamo più.
E ora, qualcuno vada fuori e faccia rientrare Antonio -, disse.
In verità è lui il professore. Io sono solo un suo allievo dell’anno scorso.
Milton Fernàndez, “Le ragioni del giorno”
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Immagine in evidenza: Felice Casorati, “Gli scolari,” 1927-1928

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