“Se mai accadrà di scorgerTi
faccia a faccia, volto a volto
narrerò il dolore di Te,
punto per punto, capello per capello.
Per veder la Tua guancia
ho percorso come lo zefiro
ogni casa, ogni porta,
ogni strada, ogni via.
Per il dolore della separazione
mi esce dagli occhi il sangue del cuore
a fiumi, a mari,
a fontane, a ruscelli.
Intorno alla Tua piccola bocca
la Tua guancia dall’ambrata peluria
è bocciolo su bocciolo, rosa su rosa,
tulipano su tulipano, profumo su profumo.
Il Tuo amore, il mio triste cuore,
l’ha intessuto nella stoffa dell’anima mia,
a filo a filo, a corda a corda,
a trama a trama, ad ago ad ago.
Entro il suo cuore ha vagato Tàhirih
e non ha visto che Te
in ogni pagina, in ogni recesso,
in ogni velo, in ogni piega.”
“Che cosa dà la giovinezza, che cosa toglie la vecchiaia?
Un idolo di giovinetto, un vino invecchiato.
L ‘idolo giovinetto al suo apparire
allontana dal cuore ogni pensiero di sonno e cibo;
una goccia di quel vino invecchiato
chi è morto non la beve e chi la beve non muore.
Da un’unica botte il Coppiere dell’èra
a te offre purissimo vino e a me solo la feccia.
Fra mille Suoi prigionieri uno solo
si scuote via dal cuore la polvere dell’attaccamento.
Non è un gioco scendere sul campo dell’amore
dove fra centomila solo uno resiste.
La preghiera del pappagallo è querela di postulante.
Vediamo chi vincerà sul campo.”
Fátimih Zarrín Táj Baragháni, o Táhirih, “la Pura” (nata nel 1814 o nel 1817 – uccisa nel 1852) – Traduzione delle poesie di Alessandro Bausani
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Poetessa e teologa della Fede Bahà’i, o Babismo (condannato nel 1848 dalla legge islamica),Táhirih non esitò a togliersi il velo e, forte della sua cultura, a discutere con gli uomini, benché tutto questo fosse condannato dalla legge islamica.
Cacciata di città in città, aggredita per strada, minacciata di morte, imprigionata dal governo iraniano, non smise mai di battersi per la libertà delle donne.
Le sue ultime parole, prima di essere strangolata, furono:
“Potete uccidermi quando volete, ma non potete fermare l’emancipazione delle donne.“