“Ti perdono per il silenzio in cui ti sei tramutata di fronte all’imbarazzo, alla rabbia e alle emozioni. Ti perdono per avermi a volte abbandonata quando avevo più bisogno di te. Ti perdono per quella volta quando avevo sette anni in cui sei scomparsa. Ti perdono per non ricordarti le cose che devi ricordare per non dimenticare.
Ti perdono per non avere il coraggio di dire di no. So che in passato il tuo “no” ha portato alla violenza e a volte a cose non consensuali. Perciò capisco quando nei momenti presenti decidi di scambiare il silenzio con lacrime, disprezzo per te stessa e docce calde.
Ti perdono per tutte le volte in cui hai cercato di distruggermi. Per tutte le volte in cui hai usato un rasoio per aprirti i polsi, o per le volte in cui hai fumato un pacchetto di sigarette dietro l’altro solo per poter affrettare il cancro. Ripensandoci, è stata una cattiva idea e probabilmente ti verrà il cancro quando avrai deciso di voler vivere per sempre.
So che una parte di te è arrabbiata. Lo dico perché ti ho visto, una volta, in uno specchio, avere un crollo e piangere come se ti stessero crescendo nel petto cose che volevi sradicare. So che ci sono parti di te che pensi non siano degne di amore e tenerezza e ti perdono anche per quello.
Ti perdono per tutte queste cose perché ora sei consapevole. Di tutte le cose nella tua testa. Ti perdono perché stai cercando di alzarti dal letto, di arrivare a fine giornata, di amarti anche nei giorni in cui è difficile essere nella tua testa. Ti perdono perché meriti di essere perdonata.
Lydia Kasese (Poetessa della Tanzania) – Traduzione di Giovanna Molinelli