“Che cosa dovrebbe fare o dovrebbe essere un maestro? Un maestro è una terra di passaggio. Viene calpestata e assorbita per la propria personale crescita. È uno specchio riflettente: un maestro permette di vedere con altri occhi; scoprire che un albero può diventare viola, se io lo posso dire con parole che non appartengono solo a me, luminose nel loro amore nel dono di dare voce a chi, evocato dal mio sguardo, mi risponderà.”
“Questi piccoli cuori di una classe seconda si sono esercitati con l’aiuto del loro maestro a diventare POETICI: voci che ascoltano le cose lontane e le cose vicine, imparano a metterle insieme, a cercare le parole che non si vedono e non si sentono. La scuola è il luogo in cui i bambini DEVONO imparare a parlare la lingua della poesia. Per far vibrare le corde della loro sensibilità. Per sapere che cosa si prova quando il cuore batte forte: CUORE MATTO. Il resto è la necessità dei programmi dello Stato”.
“Ecco cosa vuol dire leggere poesie ai bambini: permettere loro di vibrare nelle parole degli altri. Riconoscersi. Portare il testo fuori da se stesso verso la necessità degli altri, del lettore. E le necessità del lettore sono le stesse necessità del testo… E che cos’è questo scrivere se non musica, musica che cerca una sua forma, una sua armonia? Un sentire attraverso le parole, un ascolto del proprio cuore, del cuore degli altri e del mondo?… Guarda, ascolta, tocca, mangia, annusa. AMA. Ora amate scrivere… Ecco: forse scrivere vuol dire semplicemente imparare ad amare”.
“Di quale cuore parlare? Del vostro, del mio, o del grande cuore del mondo? Ma senza sentire le pulsazioni del vostro cuore non potreste sentire quelle del grande cuore del mondo. Allora, ditemi: di quale cuore parlate?”
“Per me la poesia è un’emozione che abita nel sangue perché, quando scrivo, mi sento come un libro addosso… La poesia mi fa diventare radiosa”
(una bambina della seconda elementare, la classe in cui insegna il maestro Sebastiano Aglieco)
Sebastiano Aglieco, da “Cuore matto”, 2023