Pensieri

Il vizio di parlare a me stessa

16.08.2024
Se all’alba non sarò di ritorno chiudi la porta e non far entrare il mattino. Tornerò col tramonto a dissipare i fiori intorno al tavolo ovale dell’infanzia, come allora tu ed io e il viso di quella che seduta al cantone ci fermava prima di uscire dalla soglia. La notte ha fiori carnivori che neanche la luna può saziare. Che neanche il latte del mattino può saziare. Che neanche il latte delle stelle può saziare. Che neanche il torrente lunare può placare.
A Cava d’Aliga l’orizzonte è di pietra viola. Non mi credi? Eppure questa notte ho camminato sul ciglio di quel marmo. Guarda, ho le palme affilate dalla pietra, le caviglie smerigliate dal viola, ho le impronte del suo vetro. Ho camminato a lungo mentre tu dormivi. Guarda, ho le palme trasparenti, viola. In tutta l’isola c’è siccità. Non piove da dieci mesi, e come dice Stella il silenzio della terra che ha sete è totale.
Palermo isola sull’isola assediata due volte, dai monti e al di là dei monti dal mare. Catania insonne di gelsomini, di stelle e occhi di bambini.
Goliarda Sapienza, da “Il vizio di parlare a me stessa: Taccuini 1976-1989”
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Foto di Antonio Zarli

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