Quali particolari affinità gli sembrava esistessero fra la luna e la donna?
La sua antichità nel precedere e sopravvivere a successive generazioni telluriche: la sua dominazione notturna: la sua dipendenza di satellite: il suo riflesso luminare: la costanza in tutte le sue fasi, il sorgere, il tramontare al momento stabilito, luna crescente e calante, l’invariabilità forzata del suo aspetto: la sua risposta indeterminata all’interrogazione non affermativa: il suo influsso sul flusso e riflusso delle acque: il suo potere di fare invaghire, di mortificare, di rivestire di bellezza, di rendere folli, incitare, coadiuvare alla delinquenza: la tranquilla imperscrutabilità del suo volto: la terribilità della sua isolata dominante implacabile vicinanza: i suoi auspici di tempesta e di bonaccia: lo stimolo della sua luce, del suo movimento e della sua presenza: l’ammonimento dei suoi crateri, i suoi mari aridi, il suo silenzio: il suo splendore, quando visibile: la sua attrazione quando invisibile.
James Joyce, da “Ulisse”, 1922
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Nell’immagine: Opera di Christian Schloe