Affabulazioni

“Etimologiario”: tra il metafisico e l’immaginario

04.02.2025
Allucinazione s. f. (der. del s. m. “alluce”, primo dito del piede) – attività fantasmatica degli alluci. Creature goffe e ipersensibili, da quando hanno perduto la loro antica funzione prensile e sono confinati nel buio delle scarpe, continuamente creano mutevoli visioni per farsi compagnia.
Amaro agg. (crasi tra il s.m. “amore” e l’agg. “raro”) – dicesi di cosa o persona che ama pochissimo.
Ambizione s.f. (der. dell’agg. num. “ambo”: l’uno e l’altro, tutti e due) – partita doppia condotta da un soggetto a struttura binaria, capace di coniugare contemporaneamente il sé reale e il sé ottativo. Il carattere duale agisce da moltiplicatore di energie e attiva una potente molla che consente di raggiungere qualsiasi meta.
Asola s. f. (a- priv.) – mai sola. Sempre accompagnata da un bottone.
Baldanza s. f. (com. dal s.m. “ballo” e dal s. f. “danza”) – atteggiamento del corpo e dello spirito posto ambiguamente tra il ballo e la danza, nell’incerto ma inebriante interstizio tra due sinonimi.
Crepuscolo s. m. (dim. del s. f. “crepa”) – esile crepa del tempo tra il giorno e la notte. Una pausa sottile dove i colori si accendono, brevemente sottratti al dominio della luce o del buio.
Entropia s. f. – un’utopia rientrata. La felice energia utopica si raggomitola generando preoccupanti malesseri (solitamente con febbre).
Equilibrio s.m. (dal latino “equus”) – stato d’animo generato dal librarsi a cavallo (alato). Dopo l’estinzione degli ippogrifi, la stessa condizione tramite assunzioni di dosi cavalline di librium.
Esilio s. m. (der. dell’agg. “esile”) – condizione molto delicata. Sospeso a fili sottilissimi, esili resti di origini lontane, chi vive in esilio sorvola lievi terre su cui non si posa mai.
Fingere v.i. (dall’inglese “finger”: dito) – termine riferito a svariate attività metaforiche connesse all’uso delle dita. Tra le più frequenti: toccare il cielo con un dito; mettere il dito nella piaga; nascondersi dietro un dito.
Gondola s.f. – gongolando dondola, beata della propria immagine riflessa. Un pettine le adorna la bruna chioma lucente.
Lettura s.f. (der. del s.m. “letto”) – il giacere distesi facendo corpo unico con il letto, in un rapporto simbiotico tra i fondamentali della biologia umana. L. allettante: tautologia orizzontale.
Inchiostro s. m. (var. intensiva del s. m. “chiostro”) – luogo interno di meditazione, un modo di passeggiare in se stessi. Tutti i percorsi sono possibili lungo i suoi scorrevoli sentieri pieni di immagini che nuotano.
Libertà s. f. (dal lat. “liber”: “libro”) – essenza astratta e universale del libro, mitico archetipo sottratto al mutamento, di cui i singoli libri non sono che oscuri indizi, confusi suscitatori di memoria, ombre nell’antro fumoso. È conservato in esemplare unico nella biblioteca dell’iperuranio.
Mestolo agg.sost. (dim. dell’agg. “mesto”) – arnese da cucina mite e malinconico. Prototipo della tristezza schiva degli utensili, destinati per definizione a essere un mezzo e non un fine.
Nuvola s.f. – un nulla che vola. Vapori dell’essere si librano nel cielo, fantasmi di spuma pronti ad assumere qualsiasi forma.
Orologio s.m. – strumento che informa delle ritmiche fluttuazioni dell’oro. Talvolta d’oro esso stesso, mirabile coincidenza fra sostanza e funzione, ci viene assegnato fin dall’infanzia affinché precocemente apprendiamo che il tempo è denaro.
Ovunque avv.(der. del s.m. “uovo”) – qualunque uovo, ma anche “l’uovo qualunque”, movimento che suscitò una generale ovazione. Onnipresenza della forma archetipica dell’uovo, “l’infinita ovalità del tutto”.
Semaforo s. m. – buco semantico. Un’assenza di significato riempita di colori e celebrata a ogni incrocio. Il triviale totem viene onorato con una sosta pensosa del viandante.
Soffritto s. m. (versione culinaria del part. pass. del v. tr. “soffrire”) – cibi sminuzzati posti nell’olio bollente gemono a fuoco lento crogiolandosi nella sofferenza che ne esalta l’aroma.
Solitudine s. f. (derivato da “sol”, quinta nota nella scala fondamentale di “do”) – il suono costante a bassa frequenza, per l’appunto un sol (secondo altri un sol diesis calante), prodotto dalle centrali elettriche, un manto sonoro che avvolge la terra da circa un secolo. Raro sottrarsi; si è soliti coprirla con rumori più forti.
Ufficio s. m. (der. dell’inter. “uff” o “uffa”) – il doveroso atto dello sbuffare. Per estensione: luogo preposto allo sbuffo individuale e/o collettivo, provvisto in genere di ampi e pazienti scaffali ove si archiviano stizza, noia e impazienza.
Maria Sebregondi, da “Etimologiario”, 2015
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In evidenza: Illustrazione di Akira Kusaka

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