Affabulazioni

Non dico addio

05.02.2025
“Ci sono persone che prendono in mano il corso della propria vita. Che compiono scelte inimmaginabili per altri e le portano avanti con piena disinvoltura e grande determinazione, assumendosi le responsabilità delle loro azioni e accettandone fino in fondo le conseguenze. E che col tempo finiscono per non stupire nemmeno più le persone attorno a loro, qualunque sia la strada che intraprendono. Dopo essersi laureata in fotografia, In-seon aveva sviluppato un interesse per i documentari alla soglia dei trenta e l’aveva perseguito con caparbietà per dieci anni, nonostante non ci si mantenesse. Naturalmente, se le capitavano lavori più redditizi li accettava, ma tutti i soldi che faceva li reinvestiva nei suoi progetti personali, perciò era sempre al verde. Mangiava poco, spendeva poco e lavorava come una matta. Si portava dietro ovunque andasse un pranzo frugale, non si truccava mai e si tagliava i capelli da sola davanti allo specchio. Aveva imbottito l’unico cappotto e l’unica giacca a vento che aveva cucendovi all’interno dei cardigan. La cosa incredibile era che tutto ciò che faceva aveva una naturalezza e un’eleganza tali da apparire voluto, e non dettato dalla necessità.”
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«Che titolo gli diamo?» mi ha chiesto facendo una pausa, mentre prendeva qualcosa da un contenitore ermetico con un cucchiaio di legno e lo metteva nel bollitore. «Al nostro progetto, dico».
Si è voltata con un sorriso e ci ha versato dentro dell’acqua da una bottiglia.
«Nessun addio» ho risposto. Tornando indietro con il bollitore in una mano e due tazze nell’altra, ha ripetuto: «Nessun addio». […]
«Nel senso che semplicemente non ci diciamo addio, o che davvero non ci separiamo?».
Dal beccuccio non usciva ancora il vapore. C’era da aspettare un altro po’ prima che bollisse.
«È un addio incompiuto?».
Un vapore simile a una piccola matassa di filo bianco ha iniziato a sgorgare dal beccuccio. Il coperchio si sollevava e si abbassava con un tintinnio insistente.
«Oppure è un addio rimandato a tempo indeterminato?». […]
Incrociando il suo sguardo mentre staccava le labbra dalla tazza, ho riflettuto: Il tè si sta spandendo anche nel suo stomaco? Se quello davanti a me è lo spirito di In-seon venuto a trovarmi, significa che io sono viva; ma se è lei a essere viva, lo spirito sono io.
Han Kang (Premio Nobel per la letteratura 2024), da “Non dico addio”, Traduzione di Lia Iovenitti
Han Kang (scrittrice sudcoreana, Premio Nobel per la letteratura del 2024), da “Non dico addio”, 2024 – Traduzione di Lia Iovenitti

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