Epistolario

Il paese dell’anima

07.02.2025
“Io sono una creatura scorticata a nudo, e tutti voi portate la corazza. Tutti voi avete: l’arte, la vita sociale, le amicizie, le distrazioni, la famiglia, il dovere, io, nel profondo, non ho NULLA. Tutto cade come pelle, e sotto la pelle carne viva, o fuoco – io: Psiche. In nessuna forma trovo posto – neanche in quella, spaziosissima, dei miei versi! Non riesco a vivere. In me nulla va come negli altri. Riesco a vivere solo in sogno, nei semplici sogni che si fanno di notte: ecco che cado da un quarantesimo piano a San Francisco, ecco l’alba che mi insegue, ecco un estraneo e d’improvviso io lo bacio, ecco che stanno per uccidermi e io spicco il volo. Non sto raccontando favole, io faccio sogni terribili e stupendi, sogni con l’amore, sogni con la morte, è la mia vera vita, senza eventi casuali, tutta fatale, dove tutto si avvera.
Che fare – così fatta – nella vita?! Bacio e sono già mille miglia lontana, e l’altro si è spostato di un solo millimetro, e, dentro di me: “Non mi ama – è stanco – non è mio – voglio morire”. Oh, sempre: morire! per tutto!E’ questo che vi aspettavate? Ed è forse questo che amate quando parlate (ma ne avete veramente parlato?) di amore? Ed è forse possibile amare questo?!”
Marina Cvetaeva, da “Il paese dell’anima. Lettere 1909-1925”
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In evidenza: Illustrazione di Cristina Scotti, 2022, studentessa del Liceo Artistico Volta di Pavia – Fonte: Maremosso – Feltrinelli

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