“Fai attenzione alla tua ombra. Ogni uomo ha un fratello che è la sua copia esatta. È muto e cieco e sordo ma dice e vede e sente tutto, proprio come lui. Arriva nel giorno e scompare la notte, quando il buio lo risucchia sottoterra, nella sua vera casa. Ma basta accendere un fuoco e lui è di nuovo lì, a danzare alla luce delle fiamme, docile ai comandi e senza la possibilità di ribellarsi. Sta disteso per terra perché glielo ordina la luna, sta in piedi su una parete quando il sole glielo concede, sta attaccato ai suoi piedi perché non può andarsene. Mai. Quest’uomo è la tua ombra. È con te da quando sei nato. Quando perderai la tua vita, la perderà con te, senza averla vissuta mai. Cerca di essere te stesso e non la tua ombra o te ne andrai senza sapere che cos’è la vita.”
“Spesso l’Ombra abita accanto alle nostre più importanti ferite e in lei si nasconde spesso ciò che non abbiamo ancora riconosciuto di fortemente significativo nella ferita stessa. La ‘ferita’ è in realtà la più grande risorsa che possediamo nel cammino della nostra esistenza e l’ombra la accompagna spesso per difenderci dai nuclei di sofferenza più profonda. E’ anche lei stessa risorsa per accedere al ‘non conosciuto’. L’ombra non è solo la parte ‘oscura’, inaccettata di noi stessi, ciò che non ci piace e che proiettiamo sugli altri. L’ombra è anche la personificazione dell’inconscio, di ciò che è ancora inconsapevole e non emerso di noi stessi. L’incontro con l’Ombra è il primo passaggio nella conoscenza di sè…”
Giorgio Faletti, da “Fuori da un evidente destino”, 2007
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In evidenza: Foto di Gianni Berengo Gardin