“La foglia non si sente più sola
sul ramo, ora che l’hai accolta
nel tuo sguardo. Ecco esita, vola
per la prima e per l’ultima volta.
Chiedi al filo d’aria che la porta
almeno un indugio prima che tocchi
il suolo. Non si sentirà morta
finché non l’abbandoni con gli occhi.”
“Una foglia nel giovane vento
è crollata che non sussurrò
sul ramo.
Non l’addolcì
rugiada a lungo materna e scarso
un sole la vestì
di verde.
Orfana foglia
che l’aprile in un soffio sospinge
e indifesa l’avvia
alle soglie della prim’estate:
già straziate di luce, incendiate
di papaveri. Ostile
alla sua scarna pagina, un raggio
la trafigge, la spoglia
in una viva geometria di nervi.”
“Come mai le foglie e le campane
le foglie che il vento muove e le campane
che il vento porta e la sonnolenza
che l’estate porta e come mai questa dolenza
e perché continuare a guardare i colori
della sera sulle montagne multicolori
le nuvole che da tutta eternità ripetono
decoro miserabile divieto
se ormai solo le foglie
chiedono a te come oscillare
nella notte senza mai variare
sine rationis lumine le gemelle foglie.”