Linguaggi

Caro amico ti scrivo…

23.11.2021
“L’amicizia e l’amore non si chiedono come l’acqua, ma si offrono come il tè.”

Proverbio giapponese
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Agli amici
“Cari amici, qui dico amici
Nel senso vasto della parola:
Moglie, sorella, sodali, parenti,
Compagne e compagni di scuola,
Persone viste una volta sola
O praticate per tutta la vita:
Purché fra noi, per almeno un momento,
Sia stato teso un segmento,
Una corda ben definita.
Dico per voi, compagni d’un cammino
Folto, non privo di fatica,
E per voi pure, che avete perduto
L’anima, l’animo, la voglia di vita.
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
Che mi leggi: ricorda il tempo
Prima che s’indurisse la cera,
Quando ognuno era come un sigillo.
Di noi ciascuno reca l’impronta
Dell’amico incontrato per via;
In ognuno la traccia di ognuno.
Per il bene od il male
In saggezza o in follia
Ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso,
Che le imprese sono finite,
A voi tutti l’augurio sommesso
Che l’autunno sia lungo e mite.

Primo Levi, “Agli amici”

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  Briton Rivière, “Il suo unico amico”, 1871

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Per amicizia
“Per amicizia
fai una catena che tenga
per essere legati
agli altri, a due a due,
una passeggiata,
una ghirlanda
offerta da mani
che non possono muoversi
se non unite.”

Robert Creeley

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I miei amici sono tutti così
“I miei amici sono tutti così:
metà follia, metà santità.
Non li scelgo dalla pelle, ma dalla pupilla,
che deve avere un luccichio inquisitorio
e una tonalità inquietante.
Scelgo i miei amici dalla faccia pulita
e l’anima esposta.
Non voglio solo la spalla o l’abbraccio,
voglio anche la loro più grande allegria.
L’amico che non sa ridere con me,
non sa soffrire con me.
I miei amici sono tutti così:
in parte scherzo,
in parte riflessione.
Non voglio risate prevedibili,
né pianti pietosi.
Voglio amici seri,
di quelli che fanno della realtà
la loro fonte di apprendistato,
ma che danno la vita
affinché la fantasia non svanisca.
Non voglio amici adulti o “normali”.
Li voglio metà infanzia
e metà vecchiaia.
Bambini, perché non dimentichino
il valore del vento in faccia,
e anziani, affinché non abbiano mai fretta.
Ho degli amici
per poter sapere meglio chi sono,
perché vedendoli folli,
giocherelloni e seri,
anziani e fanciulli,
non dimenticherò mai
che la normalità
è una sterile illusione.”

Fernando Pessoa

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Gabriel Portoles Ascaso, “Tre amiche”, 1930

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Amicizia

“Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
che, perduti nel tempo, c’incontrammo,
alla nostra incresciosa intimità.
Ci siamo sempre lasciati
senza salutarci,
con pentimenti e scuse da lontano.
Ci siam riaspettati al passo,
bestie caute,
cacciatori affinati,
a sostenere faticosamente
la nostra parte di estranei.
Ritrosie disperanti,
pause vertiginose e insormontabili,
dicevan, nelle nostre confidenze,
il contatto evitato e il vano incanto.
Qualcosa ci è sempre rimasto,
amaro vanto,
di non ceduto ai nostri abbandoni,
qualcosa ci è sempre mancato.”

Vincenzo Cardarelli, “Amicizia”

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  Konstantin Makovskij, “Amici,” 1895

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Esserci

“Esserci,
in questo tempo,
esserci
per gentilezza,
per passione,
per fedeltà
alle cose e alle persone
che si amano.
Esserci,
semplicemente,
partendo dai margini delle proprie vite,
non sempre perfette,
dalle piccole piante che hai in casa,
dalle ore liberate,
dai propri amori lontani.
Esserci,
regalando,
sapendo che ogni piccolo atto o saluto
è la briciola
che rende la tavola ricca.
Esserci,
regalare tempo,
senza sentirsi in debito,
neppure con se stessi,
Esserci,
curare il profumo
e il sapore del dono.
Lasciare tracce minime,
molto amate, dentro,
del passaggio di questi giorni,
come graffi d’anima.
Ricordare
la suola delle scarpe
quando camminava
e la benedizione
che ti è venuta incontro
in tutte le strade del mondo.
Intonare
una nota gentile,
dissonante,
rispetto alle sinfonie
dell’orrore.”

Gianluigi Gherzi

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Ma se io dovessi rinascere

“Ma se io dovessi rinascere
e ricominciare da capo,
io amerei all’infinito sempre
e comunque.

Se un giorno tornerò alla vita,
la mia casa non avrà chiavi,
sempre aperta,
come il mare, il sole, l’aria.

Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora, la luna:
mia dolce amante.

Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né le rondini in volo,
né l’amore le labbra.

Nessuno.

La mia casa,
il mio cuore, mai chiusi.
Che passino gli uccelli,
gli amici, l’amore e l’aria.”

Marcos Ana, “Ma se io dovessi rinascere”

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       Pablo Picasso, Amicizia”, 1908

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Non nascondere il segreto del tuo cuore

“Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.”

Rabrindranath Tagore, “Non nascondere il segreto del tuo cuore”

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John Melhuish Strudwick, “Nei giorni d’oro”, 1907 

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Amicizia

“I secondi, i minuti,
le ore passano.
Le settimane, i mesi,
gli anni passano.
Ma quello che
non passerà mai
è il pensiero,
il rispetto, l’affetto.
Essi varcano,
abbattono, superano
ogni confine del tempo
e tengono alimentata
una luce calda,
profonda, avvolgente.
Io la chiamo Amicizia.
Non esiste nessun dove,
come, quando.
Essa agisce come il vento,
non lo puoi vedere,
toccare, assaporare.
Ma lo puoi sentire,
capire, percepire.
La cosa più fenomenale
che esista, quando assapori
questi sentimenti,
senti che niente
ti può toccare,
che ci sarete sempre
l’uno per l’altro,
ci saranno momenti
in cui non si andrà d’accordo
ma non conteranno
perché anche le diversità
la renderanno più forte
e dai cuori
non se me andrà mai.”

Gaia Dimova, “Amicizia”

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      Federico Zandomeneghi, “Il the”, Non datato (1865-1917)

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Come fossero alberi di mele

“Scusa se non sono stata attenta,
stavo sognando un prodigio.
Non ci riesco più amico mio
a pensare a me stessa come
quella donna che vive
per assolvere i suoi doveri.
Meglio smettere di pensare
di essere insostituibile,
accettare di vivere senza paura
qualunque cosa ti capiti.
Essere inutili
a volte è un privilegio.
Non c’è niente di più urtante
che parlare con quelle persone
che hanno sempre un problema
più grande del tuo.
Se gli racconti che sei stato all’inferno
che stavi per morire bruciato dalle fiamme,
ti rispondono che non è niente
in confronto ai loro tormenti.
Scusa se non ti ascolto mentre parli
ma io voglio diventare contadina,
coltivare prodigi come se fossero
alberi di mele,
innaffiarli con la luce del mattino,
sedersi vicino alle radici
ad aspettare la fioritura
bianca e profumata,
cogliere i frutti ad uno ad uno,
darli ai bambini che non ho avuto
e che pure erano miei.
Scusa amico mio
ma sto facendo un lavoro
piuttosto impegnativo
e ho appena cominciato.
Sto sognando prodigi
forti e resistenti come mattoni
e con quelli costruirò casa mia.
Mura che non si abbattono.”

Anna Spissu, “Come fossero alberi di mele”, da “La vita trasparente”

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    Johann Friedrich Overbeck  (1789–1869), “Sulamith e Maria”, 1812

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Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita

 

“Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro,
però quando serve starò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cada.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le decisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu…
Non sei né sopra né sotto né in mezzo, non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la pretesa
di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista.
Basta che tu mi voglia come amico.
Poi ho capito che siamo veramente amici.
Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:
ho pregato e ho ringraziato Dio per te.
Grazie per essermi amico.”

Jorge Luis Borges, da “Poema sull’amicizia”

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Ti voglio bene non solo per quello che sei

“Ti voglio bene non solo per quello che sei,
ma per quello che sono io quando sto con te.

Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stesso,
ma per ciò che stai facendo di me.

Ti voglio bene perché tu hai fatto più di quanto abbia fatto
qualsiasi fede per rendermi migliore,
e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice.
L’hai fatto senza un tocco, senza una parola, senza un cenno.
L’hai fatto essendo te stesso.”

Anonimo

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Pablo Picasso, “Due donne che corrono sulla spiaggia”, 1922

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L’Amicizia

“E un adolescente disse: Parlaci dell’Amicizia.
E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E’ il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E’ la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l’amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell’amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e
viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall’amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.

E non vi sia nell’amicizia altro scopo che l’approfondimento dello spirito.
Poiché l’amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l’amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell’amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.”

Kahlil Gibran, da “Il profeta”, 1923

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Amicizia

“I secondi, i minuti,
le ore passano.
Le settimane, i mesi,
gli anni passano.
Ma quello che
non passerà mai
è il pensiero,
il rispetto, l’affetto.
Essi varcano,
abbattono, superano
ogni confine del tempo
e tengono alimentata
una luce calda,
profonda, avvolgente.
Io la chiamo Amicizia.
Non esiste nessun dove,
come, quando.
Essa agisce come il vento,
non lo puoi vedere,
toccare, assaporare.
Ma lo puoi sentire,
capire, percepire.
La cosa più fenomenale
che esista, quando assapori
questi sentimenti,
senti che niente
ti può toccare,
che ci sarete sempre
l’uno per l’altro,
ci saranno momenti
in cui non si andrà d’accordo
ma non conteranno
perché anche le diversità
la renderanno più forte
e dai cuori
non se me andrà mai.”
Gaia Dimova, “Amicizia”
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     Pierre-Auguste Renoir, “La colazione dei canottieri a Bougival”, 1880-81
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Agli amici
“Si fa tardi. Vi vedo, veramente
eguali a me nel vizio di passione,
con i cappotti, le carte, le luci
delle salive, i capelli già fragili,
con le parole e gli ammicchi, eccitati
e depressi, sciupati e infanti, rauchi
per la conversazione ininterrotta,
come scendete questa valle grigia,
come la tramortita erba premete
dove la via si perde ormai e la luce.
Le voci odo lontane come i fili
del tramontano tra le pietre e i cavi…
Ogni parola che mi giunge è addio.
E allento il passo e voi seguo nel cuore,
uno qua, uno là, per la discesa.”
Franco Fortini, “Agli amici”, da “Poesia e errore”, 1959
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Edgar Degas, “Amici a teatro”, 1879
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Fra amici

“Bello è tacere insieme,
ancor più bello ridere assieme –
sotto il panno di seta del cielo,
giù nel muschio, chino su un libro,
rider forte e cordiale fra amici
e scoprire il biancore dei denti.

Se io sono riuscito taciamo,
se ho fallito – ridiamoci sopra
e facciamo ancora di peggio,
sempre peggio, ridere e fare,
finché nella fossa scendiamo.

Sì, amici! Così deve andare? –
Amen dunque! E arrivederci!”

Friedrich Nietzsche, “Fra amici”

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Un amico

“Cos’è per te un amico
Perché tu debba cercarlo
Per ammazzare il tempo?
Cercalo sempre per vivere il tempo.
Deve colmare infatti le tue necessità,
non il tuo vuoto.
E nella dolcezza dell’amicizia
Ci siano risate,
E condivisione di momenti gioiosi.
Poiché nella rugiada
delle piccole cose
Il cuore trova il suo mattino
E si rinfresca.”
Kahlil Gibran, “Un amico”

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Agli amici
“Si fa tardi. Vi vedo, veramente
eguali a me nel vizio di passione,
con i cappotti, le carte, le luci
delle salive, i capelli già fragili,
con le parole e gli ammicchi, eccitati
e depressi, sciupati e infanti, rauchi
per la conversazione ininterrotta,
come scendete questa valle grigia,
come la tramortita erba premete
dove la via si perde ormai e la luce.
Le voci odo lontane come i fili
del tramontano tra le pietre e i cavi…
Ogni parola che mi giunge è addio.
E allento il passo e voi seguo nel cuore,
uno qua, uno là, per la discesa.”
Franco Fortini, “Agli amici”, da “Poesia e errore”, 1959
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Iwona Sacharz, artista polacca
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Ci conosciamo da poco
Ci conosciamo da poco
inauguriamo la parola “amico”.
Amico è un sorriso
di bocca in bocca
uno sguardo pulito
una casa, anche modesta, che si offre
un cuore pronto a pulsare
nella nostra mano!
Amico (si ricordano, voi costì,
scrupolosi detriti?)
Amico è il contrario di nemico!
Amico è l’errore corretto,
non l’errore perseguitato, esplorato;
è la verità condivisa, praticata.
Amico è la solitudine sconfitta.
Amico è una grande impresa
un lavoro senza fine
uno spazio utile, un tempo fertile,
amico sarà una gran festa, lo è già.
Alexandre O’Neill, da “Portogallo, mio rimorso”, 1966 – Traduzione di Joyce Lussu
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L’Amicizia — è morta il 24 giugno 2009
“L’Amicizia — è morta il 24 giugno 2009, un tempo
amata ma non sempre regolarmente amata.
Lo specchio ha vinto la battaglia. Sono ora
imprigionata nello specchio. Tutti i miei io
si disperdono come un mazzo di carte. È vero,
il lutto parla una lingua diversa.
Sono separata dai miei amici da
garze. Mi guiderò a casa mia
per la festa. Scambierò convenevoli
con me stessa, mi verserò un drink addosso.
Quando sarà finita, mi metterò alla guida
per tornare alla mia casa. Le mie conversazioni
sui bambini con gli altri genitori mi
sorpassano mentre salgo le scale e
si ripetono mentre le scendo. Prima della
morte di mia madre, sedevo ovunque. Ora io
cerco l’immagine della sedia vuota
accanto all’immagine del tavolo vuoto. Una
immagine è una forma di distanza. Un’immagine
di me si siede. La depressione è un guanto
sopra il cuore. La depressione è l’immagine
di un guanto sopra l’immagine di un cuore.”
Victoria Chang, da “Obit. Poesie per la fine”, Traduzione inedita di Fabio Chiusi, 2020

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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo

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