“E invece di affrontare la realtà una volta per tutte, mi lascio trascinare in un mondo di fantasmi.
Il caffè lo trovo già sul tavolo al mattino, ora posso berne quanto voglio, ma non immaginavo che potesse avere un sapore così cattivo, è amaro e intriso di rimpianto. Neanche questo mi ferma e inizio a ricevere clienti.
Ogni giorno, seduta in cucina, recito con ciascuno la stessa pantomima, dimenticando che potrei avere una vita mia. Le incertezze degli altri prendono il posto delle mie, l’importante è svicolare dal dolore. Mi pare che questa sia la strada più sicura, non ci sono sorprese dietro l’uscio. Le persone vanno e vengono dalla mia casa e sperano di conoscere il futuro.
Io scruto dentro ai fondi e rimango ferma nel passato.”
Giuseppina Torregrossa, da “La miscela segreta di casa Olivares”
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Nell’immagine: Edward Hopper, “Automat”, 1927