Linguaggi

Dentro la pazza folla…

29.12.2021
“Siamo tutti impegnati a essere eccezionali e unici.
Eppure, ci dovranno pur essere quelli che fanno
“la gente”, “il gregge”, “il popolo”, “la massa”.”
Fabrizio Caramagna
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Il mio amore
“Colui che desidera un bacio colga un fiore
colui che cerca un abbraccio mieta un campo
colui che occulta un segreto accenda una candela
colui che piange una lacrima offra un cuore
colui che disegna un orizzonte si libri ancora più lontano
colui che raggiunge una stella conquisti il cielo
colui che tocca il fuoco venga trafitto dai fulmini
cantato dai pettirossi e trasportato dai cardellini
e che le foglie dell’albero ne accarezzino l’ombra.
Perché il mio amore è più forte della mia sopportazione
e il suo popolo invade le mie parole e le sue frontiere sono la mia anima.
Nada al Hajj (poetessa e autrice teatrale Libanese), “Il mio amore”
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Canzone per voce solista

“L’uccello che avevamo sepolto nel giardino
ha fecondato gli alberi e le rose.
Seppelliremo la voce perché fecondi
il silenzio di tutti e una voce nuova.
Lungo il tuo fianco distrutto risaliremo i fiumi
e apriremo solchi nel vento in tutti i boschi.
Molta gente è il mio popolo:
Uomini blu come il mare e verdi come le montagne,
uomini color della terra
che amano teneramente un passato di grandezza
che l’acqua del tempo non potrà più corrodere.
Sarà come una
primavera di gente e maree,
come una nuova pienezza del vento,
tanto docile alla voce
che nessun angolo rimarrà senza messaggio.
E gli alberi daranno i frutti, e la terra
sarà tenera e felice come una giovane madre,
e lungo il tuo fianco poderoso
tutta l’acqua perduta
ritroverà il suo corso
e noi, la voce
e quel gesto che affratella.”

Miquel Martí i Pol, “Canzone per voce solista”

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Abbiamo dentro un buffone e un angelo
“Abbiamo dentro un buffone e un angelo
un santo e un carnefice
un ubriaco e un saggio
abbiamo tutti un addio con pianto
un pioppo incontrollato
due tre benvenuti
tutti guardiamo attraverso il sogno
di vetri opacizzati
o di amori autunnali
la tramontana ci spettina in un attimo
se ancora conserviamo
un fiordo di calvizie
siamo alla mercé delle mercedi
delle parole dette
di quelle mai più dette
c’è una fortuna che ci viene data
e un’altra che noi stessi sviluppiamo
con un po’ di fortuna
quando di notte ci inventiamo
il risultato è così splendido
che non ci riconoscono.”
Mario Benedetti, da “Il mondo che respiro”, in “Inventario” – Traduzione di Martha L.Canfield

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Foto di Sonia Simbolo

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Pietà per la nazione

“Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’ altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato è danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
dolce terra di libertà!”

Lawrence Ferlinghetti, “Pietà per la nazione”

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Gli italiani
L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza
-alzare la mia sola puerile voce –
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce”

Pier Paolo Pasolini

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Alla mia nazione

 

“Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!

Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.

E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.”

Pier Paolo Péasolini, “Alla mia nazione”, da “La religione del mio tempo”, 1961

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Theo Zasche, “Passeggio lungo la Ringstrasse”, 1908

 

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Il genio della massa

“C’è abbastanza perfidia, odio, violenza, assurdità nell’essere umano medio
per rifornire qualsiasi esercito in qualsiasi giorno

E i migliori assassini sono quelli che predicano la vita
E i migliori a odiare sono quelli che predicano l’amore
E i migliori in guerra – in definitiva – sono quelli che predicano la pace

Quelli che predicano Dio hanno bisogno di Dio
Quelli che predicano la pace non hanno pace
Quelli che predicano amore non hanno amore

Attenti ai predicatori
Attenti ai sapienti
Attenti a quelli che leggono sempre libri
Attenti a quelli che o detestano la povertà
o ne sono orgogliosi
Attenti a quelli che sono sempre pronti ad elogiare
poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio
Attenti a quelli pronti a censurare
hanno paura di quello che non sanno
Attenti a quelli che cercano continuamente
la folla; da soli non sono nessuno
Attenti agli uomini comuni alle donne comuni
attenti al loro amore,
Il loro è un amore comune
che mira alla mediocrità

Ma c’è il genio nel loro odio
c’è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti
per uccidere chiunque.
Non volendo la solitudine
non concependo la solitudine
cercheranno di distruggere tutto ciò
che si differenzia da loro stessi.
Non essendo capaci di creare arte
non capiranno l’arte.
Considereranno il loro fallimento, come creatori,
solo come un fallimento del mondo intero.
Non essendo in grado di amare pienamente
considereranno il tuo amore incompleto
e poi odieranno te
e il loro odio sarà perfetto.

Come un diamante splendente
Come un coltello
Come una montagna
Come una tigre
Come cicuta

La loro arte più raffinata.”

Charles Bukowski, “Il genio della massa”

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I molli

“Son sempre lì a proclamare
che adesso si concentreranno
sul lavoro, che di solito è
dipingere o scrivere.
è noto, naturalmente, che hanno
talento, è solo che… bè…
non hanno ancora avuto
un’occasione.
troppi problemi si son messi
in mezzo: affari andati male, occupazioni per
sbarcare il lunario, figli, malattie, ecc.
ma adesso, proclamano,
penseranno solo a quello.
si concentreranno sul
lavoro,
adesso è finalmente venuto
il momento.
il talento ce l’hanno.
adesso il mondo se ne accorgerà.
sissignore, ci siamo.

questi tizi sono dappertutto.
sempre in procinto
di.
quasi mai cominciano.
e quando lo fanno
s’arrendono subito.
è una sorta di
capriccio.
vogliono la fama.
la vogliono in fretta.
ma non hanno mica fretta
di mettersi al lavoro
sono capaci solo di sognare
e proclamare,
proclamare,
proclamare.”

Charles Bukowski, “I molli”

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James Ensor, “L’Entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889”, 1888, 

 

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Poesia d’amore per la mia gente

“Non lasciate
che lampade artificiali
disegnino strane ombre
di voi
non sognate
se volete che i vostri sogni
s’avverino
sapevate cantare
anche prima che
vi venisse rilasciato un certificato di nascita
spegnete lo stereo
che questo paese vi ha dato
è fuori uso
il vostro respiro
è la vostra terra promessa
se volete
davvero sentirvi ricchi
guardatevi le mani
è lì
che si trova
la definizione di magia”

Pedro Pietri (poeta portoricano), “Poesia d’amore per la mia gente”

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Gente

“Si danno delle oneste coltellate,
ha ognuno l’arma del suo continente
le loro lingue parlano fendenti.
c’è chi bersaglia meglio nella pancia,
chi taglia al collo come coi capretti
e chi finisce l’altro a calci e pugni
e il vinto cade con un fil di voce,
apre le braccia, per salire in croce.”

Guido Oldani

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Luca Barberini, “Folla n. 6”, 2013

 

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Nelle strade semi vuote

“Nelle strade semi vuote
– al mattino –
i pochi passanti
li tengo facilmente a bada

assonnati e indifesi in quell’ora nuda
sembrano avere tanto

non so nulla di loro,
ma basta la cattura di uno sguardo
dell’anch’io ci sono:
“anch’io ho questo posto
che cambia il passo successivo,
quando mi vedo
nel tuo vedere che sono”

basta per sentirsi
moltitudine unita in cammino
mentre la terra frana

e di questa moltitudine
il luogo”

Luisa Delle Vedove, da “Nella consuetudine del tempo”

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Edvard Munch, “Sera nel corso Karl Johann”, 1892

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Un drago non sempre cattivo
“E’ incredibile la quantità di cose
che ignoriamo della gente
con cui abbiamo contatti ogni giorno…
Ci si potrebbe scrivere un libro
con cui riempire le nostre vite
di meraviglia, orrore, gioia, dolore,
rassegnazione, speranza…
Parlano di FB come VIRTUALITA’:
di virtuale, qui,
c’è solo l’effimero che vogliamo mostrare,
ma le nostre vite,
specie quando apriamo il nostro cuore
a chi pensiamo ci possa voler bene,
sono ben reali e attendono solo
di essere raccontate…
A volte, lo facciamo con una frase;
altre volte, con una foto…
Ma finiamo per mostrare sempre e solo
quello che ci fa stare meno male:
il resto, lo teniamo nascosto,
più a noi stessi che agli altri…
Però, è già qualcosa:
il sorriso di un amico,
la risata con faccina,
il complimento di circostanza,
il buongiorno quotidiano,
ci nascondono dai cattivi pensieri
e dalle realtà troppo ingombranti
per essere condivise…
Però, si vive…
Così…
Anche attraverso uno schermo…
E spesso, ciò che arriva,
è più forte di carezze fasulle
e di quotidianità ipocrite…”

Euforismi di Lucio Hassan Siro, “Un drago non sempre cattivo”

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Abbi pazienza
“Abbi pazienza con le persone.
Si sentono sole.
Si vedono altrove.
Si vogliono nuove.
Si chiedono come.
Senza cercare un posto migliore,
senza afferrare il tempo che muore.
Abbi pazienza con le parole.
Fanno del male e tornano indietro.
Sanno di ferro, di fuoco, di vetro.
Sono potenti, violente, giganti.
Pensale un po’ prima di dirle,
pesale bene se vuoi lanciarle.
Abbi pazienza con il passato.
È stato sbagliato. Ti ha tolto, ti ha dato.
Ha eretto muraglie intorno al tuo cuore
ma ha reso più dolce la parte interiore.
Abbi pazienza con il tuo amore.
Dagli un riparo in questa tempesta
e se si addormenta nella tormenta
dagli nel sonno una vecchia coperta.
Quando fa freddo potrebbe tremare.
Stringilo forte. Non lo lasciare.”
Inumi Laconico, “Abbi pazienza”
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Vincent van Gogh, “Spettatori nell’arena”, 1888
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Popolo, non plebe
“L’indipendenza esiste perché ci sia un popolo
e non sudicia plebe:
uomini e non gregge da parata:
perché ci siano cittadini;
perché l’infanzia sia ricca di gioia
nella dignità di case senza miseria;
perché ci siano giochi e giardini
per tutti i bambini, e ancora più dei fiori,
più festosi degli uccelli,
più dolci dei frutti,
i bambini possano crescere e maturare
in salute e allegria sotto la protezione dello Stato
e la garanzia del buongoverno,
perché la Patria, prima di tutto, è madre.”
Salomòn de la Selva (poeta nicaraguense), da “La poesia Nica” 2007
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Non c’è creatura che non sia un popolo
“Sì, che si sappia:
non c’è creatura che
non sia un popolo.
Il dolore è collettivo.
Carichiamo in noi
ogni cosa estinta,
ogni debito,
ogni incandescenza
nel limo opaco di
tutte le vite negate.”
Giorgiomaria Cornelio, inedito, “Non c’è creatura che non sia un popolo”
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Immagine: Sexto Canegallo, “La folla”, 1920

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