“L’uccello che avevamo sepolto nel giardino
ha fecondato gli alberi e le rose.
Seppelliremo la voce perché fecondi
il silenzio di tutti e una voce nuova.
Lungo il tuo fianco distrutto risaliremo i fiumi
e apriremo solchi nel vento in tutti i boschi.
Molta gente è il mio popolo:
Uomini blu come il mare e verdi come le montagne,
uomini color della terra
che amano teneramente un passato di grandezza
che l’acqua del tempo non potrà più corrodere.
Sarà come una
primavera di gente e maree,
come una nuova pienezza del vento,
tanto docile alla voce
che nessun angolo rimarrà senza messaggio.
E gli alberi daranno i frutti, e la terra
sarà tenera e felice come una giovane madre,
e lungo il tuo fianco poderoso
tutta l’acqua perduta
ritroverà il suo corso
e noi, la voce
e quel gesto che affratella.”
Miquel Martí i Pol, “Canzone per voce solista”
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Foto di Sonia Simbolo
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Pietà per la nazione
“Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’ altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato è danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
dolce terra di libertà!”
Lawrence Ferlinghetti, “Pietà per la nazione”
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Pier Paolo Pasolini
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Alla mia nazione
“Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.”
Pier Paolo Péasolini, “Alla mia nazione”, da “La religione del mio tempo”, 1961
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Theo Zasche, “Passeggio lungo la Ringstrasse”, 1908
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Il genio della massa
“C’è abbastanza perfidia, odio, violenza, assurdità nell’essere umano medio
per rifornire qualsiasi esercito in qualsiasi giorno
E i migliori assassini sono quelli che predicano la vita
E i migliori a odiare sono quelli che predicano l’amore
E i migliori in guerra – in definitiva – sono quelli che predicano la pace
Quelli che predicano Dio hanno bisogno di Dio
Quelli che predicano la pace non hanno pace
Quelli che predicano amore non hanno amore
Attenti ai predicatori
Attenti ai sapienti
Attenti a quelli che leggono sempre libri
Attenti a quelli che o detestano la povertà
o ne sono orgogliosi
Attenti a quelli che sono sempre pronti ad elogiare
poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio
Attenti a quelli pronti a censurare
hanno paura di quello che non sanno
Attenti a quelli che cercano continuamente
la folla; da soli non sono nessuno
Attenti agli uomini comuni alle donne comuni
attenti al loro amore,
Il loro è un amore comune
che mira alla mediocrità
Ma c’è il genio nel loro odio
c’è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti
per uccidere chiunque.
Non volendo la solitudine
non concependo la solitudine
cercheranno di distruggere tutto ciò
che si differenzia da loro stessi.
Non essendo capaci di creare arte
non capiranno l’arte.
Considereranno il loro fallimento, come creatori,
solo come un fallimento del mondo intero.
Non essendo in grado di amare pienamente
considereranno il tuo amore incompleto
e poi odieranno te
e il loro odio sarà perfetto.
Come un diamante splendente
Come un coltello
Come una montagna
Come una tigre
Come cicuta
La loro arte più raffinata.”
Charles Bukowski, “Il genio della massa”
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I molli
“Son sempre lì a proclamare
che adesso si concentreranno
sul lavoro, che di solito è
dipingere o scrivere.
è noto, naturalmente, che hanno
talento, è solo che… bè…
non hanno ancora avuto
un’occasione.
troppi problemi si son messi
in mezzo: affari andati male, occupazioni per
sbarcare il lunario, figli, malattie, ecc.
ma adesso, proclamano,
penseranno solo a quello.
si concentreranno sul
lavoro,
adesso è finalmente venuto
il momento.
il talento ce l’hanno.
adesso il mondo se ne accorgerà.
sissignore, ci siamo.
questi tizi sono dappertutto.
sempre in procinto
di.
quasi mai cominciano.
e quando lo fanno
s’arrendono subito.
è una sorta di
capriccio.
vogliono la fama.
la vogliono in fretta.
ma non hanno mica fretta
di mettersi al lavoro
sono capaci solo di sognare
e proclamare,
proclamare,
proclamare.”
Charles Bukowski, “I molli”
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James Ensor, “L’Entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889”, 1888,
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Poesia d’amore per la mia gente
“Non lasciate
che lampade artificiali
disegnino strane ombre
di voi
non sognate
se volete che i vostri sogni
s’avverino
sapevate cantare
anche prima che
vi venisse rilasciato un certificato di nascita
spegnete lo stereo
che questo paese vi ha dato
è fuori uso
il vostro respiro
è la vostra terra promessa
se volete
davvero sentirvi ricchi
guardatevi le mani
è lì
che si trova
la definizione di magia”
Pedro Pietri (poeta portoricano), “Poesia d’amore per la mia gente”
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Gente
“Si danno delle oneste coltellate,
ha ognuno l’arma del suo continente
le loro lingue parlano fendenti.
c’è chi bersaglia meglio nella pancia,
chi taglia al collo come coi capretti
e chi finisce l’altro a calci e pugni
e il vinto cade con un fil di voce,
apre le braccia, per salire in croce.”
Guido Oldani
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Luca Barberini, “Folla n. 6”, 2013
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Nelle strade semi vuote
“Nelle strade semi vuote
– al mattino –
i pochi passanti
li tengo facilmente a bada
assonnati e indifesi in quell’ora nuda
sembrano avere tanto
non so nulla di loro,
ma basta la cattura di uno sguardo
dell’anch’io ci sono:
“anch’io ho questo posto
che cambia il passo successivo,
quando mi vedo
nel tuo vedere che sono”
basta per sentirsi
moltitudine unita in cammino
mentre la terra frana
e di questa moltitudine
il luogo”
Luisa Delle Vedove, da “Nella consuetudine del tempo”
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Edvard Munch, “Sera nel corso Karl Johann”, 1892
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Euforismi di Lucio Hassan Siro, “Un drago non sempre cattivo”
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Immagine: Sexto Canegallo, “La folla”, 1920