Affabulazioni

Le luci nelle case degli altri

30.12.2021
E dunque ci sono episodi che nemmeno immaginiamo, nella vita degli altri (questo io l’ho capito presto, l’ho dovuto capire subito): episodi di cui non siamo a conoscenza, né lo saremo mai, dettagli minimi, inconfessabili, raggi ultravioletti che non possiamo percepire: ma che hanno condizionato tutto, e inevitabilmente, quando entreremo in contatto con loro, influenzeranno anche noi.”
“Prima o poi, presto o tardi, qualcosa ci spaventa, ci fa davvero male: e allora chiudiamo le saracinesche al resto. Ecco perché  il mondo diventa incomprensibile! Perché ci sembra di farne parte, di stare male o stare bene assieme agli altri, ma non è vero. Siamo più concentrati su quello che teniamo chiuso dentro di noi, dietro le saracinesche abbassate, che su quanto succede là fuori: e non ci capiamo più niente di niente.”
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Albert Dorne, “Coffee time”
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“Com’è che un amore finisce?
Finisce quando non ce n’è più, quando ce n’è troppo, quando in realtà non c’è mai stato. Un amore finisce perché qualcosa si consuma: allora non bisogna usarlo troppo, forse, l’amore.
Ma finisce pure quando non si consuma niente e anzi: tutto rimane come il primo giorno. Così perfetto che pare finto. E allora almeno un po’ forse bisognerebbe usarlo, l’amore.
E se poi finisce perché mentre lo usi ti cade per terra e si rompe? Anche quello può capitare. Così come che lo lanci in aria, per giocare, e quello però non ti torna più indietro: può capitare.
O magari finisce perché te lo scordi da qualche parte, perché lo vuoi tenere sempre chiuso in tasca per non perderlo, ma così marcisce, va a male.
Finisce perché andavi di fretta, finisce perché rimani indietro, finisce perché vuole finire, perché deve finire.
Finisce perché non c’è cosa più impossibile da tenere a mente, quando un amore comincia, che potrebbe finire.”

Chiara Gamberale, da “Le luci nelle case degli altri”, 2010

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Nell’immagine: Roy Liechtenstein, “Kiss V”, 1980

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