Fin da bambino, Giacomo Leopardi odiava “a morte la minestra“, come recita il titolo di questa poesia, scritta – pensate – a soli 11 anni e infilata sotto il piatto della Signora Madre, che non gradì per niente il gesto fatto unicamente “per celia”, per cui, piuttosto indispettita, si alzò da tavola e se ne andò.
“Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l’oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.
O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d’umil villano!
Si dice, che resusciti, quando sei buona, i morti;
Or dunque esser bisogna morti per goder poi
di questi benefici, che sol si dicon tuoi?”
Sul tema “minestra”, Leopardi tornò diversi anni più tardi, ma sempre con tono poco lusinghiero:
“Chi potrà dire vile un cibo delicato,
che spesso è il sol ristoro di un povero malato?”
È ver, ma chi desideri, grazie al cielo, esser sano
deve lasciar tal cibo
a un povero malsano!
Piccola seccatura vi sembra ogni mattina
dover trangugiare
la “cara minestrina”.
Giacomo Leopardi
Notoriamente ghiotto di dolci e di gelati, a quanto pare Leopardi ne fece una scorpacciata soprattutto durante il suo soggiorno napoletano. Nel suo saggio sul Poeta, Pietro Citati racconta:
“Nel vagabondaggio c’era sempre qualche tappa privilegiata: una bottega antiquaria piena di vecchi libri: o il caffè delle Due Sicilie, in via Toledo, dove assaporava una granita o un sorbetto: o la pasticceria di Pintauro, in via Santa Brigida, dove mangiava le sfogliatelle e le frolle, i mandorlati e i canditi e le cassate e le paste di riso; e il caffè di Vito Pinto a Largo della Carità, con i tarallini zuccherati, che avevano procurato a Vito Pinto il titolo di barone.”
(Pietro Citati, da “Leopardi”, 2010)
Tra le carte leopardiane conservate nel Fondo della Biblioteca Nazionale di Napoli, è stato inoltre ritrovato un manoscritto autografo che il Poeta compilò per Pasquale Ignarra, il cuoco di Villa Ferrigni (a Torre del Greco), dove Leopardi soggiornò insieme ad Antonio Ranieri e a sua sorella, Paolina Ranieri. Si tratta di un elenco molto dettagliato di suggerimenti gastronomici che, evidentemente, erano in grado di soddisfare pienamente i suoi “desiderata“.
) Tortellini di magro
2)Maccheroni o tagliolini
3) Capellini al burro
4)Bodin di capellini
5) Bodin di latte
6)Bodin di polenta
7) Bodin di riso
8) Riso al burro
9) Frittelle di riso
10) Frittelle di mele e pere
11) Frittelle di borragine
12)Frittelle di semolino
13) Gnocchi di semolino
14) Gnocchi di polenta
15) Bignès
16) Bignès di patate
17) Patate al burro
18) Carciofi fritti, al burro, con salsa d’uova
19) Zucca fritta ec
20) Fiori di zucca fritti
21) Cavoli fiori ec
22) Selleri ec
23) Ricotta fritta
24) Ravaiuoli
25) Bodin di ricotta
26) Pan dorato
27) Latte fritto, crema ec
28) Purèe di fagiuoli
29) Cervelli fritti, al burro, in cibreo
30) Pesce
31) Paste frolle al burro e strutto, pasticcetti ec
32) Pasta sfogliata
33) Spinaci
34) Uova ec
35) Latte a bagnomaria
36) Gnocchi di latte
37) Erba strascinata
38) Rapa
39) Cacio cotto
40) Polpette ec
41) Chifel fritto
42) Prosciutto ec
43) Tonno ec
44) Frappe
45) Pasticcini di maccheroni o maccheroncini, di grasso o di magro
46) Fegatini
47) Zucche o insalata ec con ripieno di carne
48) Lingua ec
49) Farinata di riso
D’altronde anche il suo amico Antonio Ranieri ricorda, nel suo libro autobiografico Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, quanto il Poeta si leccasse i baffi gustando la «limonea gelata che qui chiamano granita», della «Bottega» di Vito Pinto. Anzi, a quanto pare gli piaceva a tal punto, che ne ordinava tre per volta, dopodiché le divorava con tale ingordigia da attirare la curiosità divertita dei presenti.
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Nell’immagine: un’inquadratura del film “Il Giovane Favoloso”, diretto da Mario Martone nel 2014 e incentrato sulla vita di Giacomo Leopardi., con Elio Germano nel ruolo del Poeta.