“Si sa che non esisto: esistono solo i mille specchi che mi riflettono.”
Vladimir Nabokov
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Ha indossato la camicia, ha preso l’ombrello
“Ha indossato la camicia, ha preso l’ombrello
non ha detto parola
nemmeno io.
Dopo che se n’è andato
sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.
Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola – poi ho infranto lo specchio.
Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.”
A’isha Arna’ut, da “Non ho peccato abbastanza”
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Foto di Ruslan Bolgov
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Lo specchio
“Che oggetto triste
hanno inventato gli uomini!
Chiunque si specchia
sta di fronte a se stesso
e chi pone la domanda
è, al tempo stesso, l’interrogato.
Per entrare più a fondo
l’uomo deve fare il contrario,
allontanarsi.”
Kikuo Takano, “Lo specchio”, da “L’infiammata assenza”
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Kitagawa Utamaro
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Specchio infranto
“Nel tuo ricordo, ieri
e in memoria di quell’amore travolgente
ho vestito con una camicia verde la mia figura.
Ancora una volta mi sono fermata a fissare
il mio viso allo specchio
e ho sciolto pian piano le ciocche dei miei capelli.
Ho tratto il profumo dalla memoria, e l’ho sparso sul petto,
aggraziata mi sono truccata gli occhi d’azzurro
slacciate le mie trecce le ho posate sulle spalle
e accanto alle mie labbra, lentamente, ho disegnato un neo.
Oh malinconia, che lui non è qui adesso – mi sono detta –
ché stupore lo cogliesse per tutta questa grazia, e vanto.
Ché con un sorriso mi dicesse – quanto sei bella
ancora una volta – dopo aver visto la camicia verde sul mio corpo.
Adesso lui non è qui, per fissare nelle mie pupille nere
il riflesso delle guance sue.
A cosa serviranno stanotte i miei capelli sparsi al vento?
Dove sono le sue dita, perché trovino rifugio nella casa?
Lui non è qui,
ad annusare impazzito l’odore ammaliante del mio corpo.
O specchio, guardami morire dalla voglia,
lui non è qui, a stringermi con vigore tra le braccia.
Io mi guardavo allo specchio
e lui mi ascoltava:
come potrai tu disfare la nostra malinconia?
Si infranse, e urlò preso dalla pena:
oh donna, cosa possiamo fare, ci hai spezzato il cuore!
Nel tuo ricordo, ieri
e in memoria di quell’amore travolgente
ho vestito con una camicia verde la mia figura.
Ancora una volta mi sono fermata a fissare
il mio viso allo specchio
e ho sciolto pian piano le ciocche dei miei capelli.
Ho tratto il profumo dalla memoria, e l’ho sparso sul petto,
aggraziata mi sono truccata gli occhi d’azzurro
slacciate le mie trecce le ho posate sulle spalle
e accanto alle mie labbra, lentamente, ho disegnato un neo.
Oh malinconia, che lui non è qui adesso – mi sono detta –
ché stupore lo cogliesse per tutta questa grazia, e vanto.
Ché con un sorriso mi dicesse – quanto sei bella
ancora una volta – dopo aver visto la camicia verde sul mio corpo.
Adesso lui non è qui, per fissare nelle mie pupille nere
il riflesso delle guance sue.
A cosa serviranno stanotte i miei capelli sparsi al vento?
Dove sono le sue dita, perché trovino rifugio nella casa?
Lui non è qui,
ad annusare impazzito l’odore ammaliante del mio corpo.
O specchio, guardami morire dalla voglia,
lui non è qui, a stringermi con vigore tra le braccia.
Io mi guardavo allo specchio
e lui mi ascoltava:
come potrai tu disfare la nostra malinconia?
Si infranse, e urlò preso dalla pena:
oh donna, cosa possiamo fare, ci hai spezzato il cuore!”
Forough Farrokhzad (poetessa iraniana), “Specchio infranto”
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La memoria degli specchi
“Su questo specchio appeso
nel bagno della mia stanza
lei si pettinò una notte
prima di andarsene per sempre
Ora mi chiedo se la sua immagine
non sarà rimasta intrappolata nello specchio
come la giovane che si pettina
nel quadro di Renoir
Giorno dopo giorno la cerco
tra gli angoli argentati
ma l’unica cosa che ritrovo
è il riflesso di quel letto vuoto
Di quella notte mi rimangono
due suoi capelli
arrotolati nella mia spazzola
e la triste constatazione del fatto
che gli specchi non hanno memoria.
Óscar Hahn (poeta cileno), da “La memoria degli specchi”
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Foto di Robin Fox
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Foto di Sonia Simbolo