Simone Corami: L’odio è una cosa strana, anche perché sotto questo termine ci sono tante cose. Un bel pezzo degli Afterhours dice: “L’Odio è un carburante nobile”. Credo però che s’intenda la rabbia: se la sai usare, può davvero essere un carburante per cambiare! Però l’odio è una cosa che distrugge, l’odio ti consuma. Guarda i comportamenti di quelli che inneggiano all’odio, guarda i loro visi, il loro modo di muoversi, sempre tesissimi. Puoi vivere così? Già per questo l’odio è morte.
L’odio
Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.
Religione o non religione –
purché ci si inginocchi per il via
Patria o no –
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti –
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro.
– lui solo.
Wislawa Szymborska, da “La fine e l’inizio”
Betty: Hai sfiorato una delle mie recenti… prese di coscienza, Simone. L’odio può esistere senza la rabbia. E quando non ne è alimentato, allora da cosa origina? Come fa ad esistere senza rabbia? Se non è generato dalla rabbia, che con la sua forza ne giustifica il potere distruttivo, allora occorre pensare ad una origine che non porti con sé per forza la distruzione, il che sembrerebbe una contraddizione. Ma anche quando non associabile alla rabbia l’odio è sempre potente. Allora dove si appoggia?
Al rifiuto? Al male? Io ho da sempre una profonda repulsione a catalogare in modo semplice il bene ed il male, perché ho imparato che non sono perfettamente distinguibili, ma si compenetrano. E lo stesso impulso lo sto scoprendo nell’odio.
Non so se questi sono deliri generati dalla stanchezza… ma ci penso sempre più spesso. Credo che siamo nel bel mezzo di un processo di metamorfosi… con mille pelli, mille volti, che si intrecciano, ma paradossalmente la confusione in cui ci troviamo ci sta portando all’essenziale.
Sì…. forse un po’ sto delirando…. non riesco a spiegarmi bene. E la mia insegnante di Filosofia del liceo mi direbbe: Betty…. non pensi sia il caso di rendere tutto più semplice? Io le risponderei che non è semplice. E lei mi direbbe… provaci!!!
Simone Corami: Betty, le cose sono sempre complesse, però si possono esaminare in maniera che risultino più semplici. Il male ed il bene coesistono. Non confondiamo la rabbia con l’odio, l’odio ha la violenza dalla sua parte, che non è solo quella fisica, proprio no! La violenza molto subdola.
Gabriella: Strani i percorsi e i momenti della vita: ero immersa nella lettura di Sri Nisargadatta Maharaj, personaggetto che non amo particolarmente, ma di cui apprezzo la ricerca interiore. E in un certo senso, anche il processo di…semplificazione. L’odio è in ognuno di noi, temo: sta lì, zitto zitto, nascosto tra buoni propositi, grandi ideali, ma anche – perché no? – inconfessati e forse inconfessabili peccatucci. Pronto a saltare fuori appena possibile. Lo “coviamo”, come recita un modo di dire. Come un uovo, come un pulcino. A volte è “freddo”, a volte “brucia”. Altri modi di dire. Ma i modi di dire sono spesso il frutto di una sapienza antica quanto inconsapevole. Come direbbe Marie Cardinal, bisognerebbe poi trovare “le parole per dirlo“, o meglio, per spiegarlo. Siamo, in un certo senso, tante mele: con una metà sana e una bacata. E in ognuna delle due c’è un impasto in proporzioni variabili: da una parte c’è tutto quello per cui “tifiamo”, dall’altra tutto ciò da cui vorremmo prendere le distanze. No, non credo siano lo ying e lo yang. Penso piuttosto che siamo noi, così, tutti interi e completamente e implacabilmente spezzati. Sani e corrotti. Più o meno “alate teste d’angelo“, ma con corpi ingombranti.
E aggiungo una cosa che forse troverete scandalosa: a volte l’odio dà una forza che manca perfino all’amore. Forse perché l’amore si arrugginisce, si raffredda, si annoia, si logora. L’odio no, purtroppo è inossidabile
Simone Venditti: Riguardo all’odio…vi mando un punto di vista di Gurdjieff che potrebbe in qualche modo spiegare questa forza…just a poin of view.
“Questo è l’abuso del sesso. Bisogna però ricordarsi che il centro sessuale lavora con l’idrogeno 12. Ciò significa che è più forte e più rapido di tutti gli altri centri. Il sesso, infatti, comanda tutti gli altri centri. La sola cosa che, nelle circostanze ordinarie, vale a dire quando l’uomo non ha né coscienza né volontà, abbia presa sul centro sessuale è ciò che abbiamo chiamato gli ammortizzatori. Essi possono ridurlo letteralmente a nulla, possono cioè impedire le sue manifestazioni normali. Ma non possono distruggere la sua energia. L’energia rimane e passa agli altri centri, attraverso i quali si manifesta; in altre parole, gli altri centri rubano al centro sessuale l’energia che egli stesso non usa. L’energia del centro sessuale nel lavoro dei centri intellettuale, emozionale e motore, si riconosce per un ‘gusto’ particolare, per un certo ardore, una veemenza non richiesta. Il centro intellettuale scrive dei libri, ma quando impiega l’energia del centro sessuale, non si occupa soltanto di filosofia, di scienza o di politica, è sempre impegnato va combattere qualche cosa, a disputare, a criticare, a creare delle nuove teorie soggettive. Il centro emozionale predica il cristianesimo, l’astinenza, l’ascetismo, la paura e l’orrore del peccato, l’inferno, il tormento dei dannati, il fuoco eterno, e tutto questo con l’energia del sesso… Oppure fomenta rivoluzioni, depreda, brucia, uccide, con la stessa energia sottratta al sesso. E, sempre con questa energia, il centro motore si appassiona allo sport, batte dei records, salta degli ostacoli, scala delle montagne, lotta, combatte ecc… In tutti i casi in cui i centri intellettuale, emozionale e motore utilizzano l’energia del sesso, si ritrova questa veemenza caratteristica, nel mentre appare l’inutilità del lavoro intrapreso. Né il centro intellettuale, né il centro emozionale, né il centro motore potranno mai creare qualcosa di utile con l’energia del centro sessuale. Ecco un esempio dell’abuso del sesso.”
“Questo è però solo un aspetto. Un secondo aspetto è rappresentato dal fatto che quando l’energia del sesso è rubata dagli altri centri e sprecata per un lavoro inutile, non ne rimane niente per il centro sessuale, al quale allora non resta che rubare l’energia degli altri centri, di qualità molto inferiore alla sua e molto più grossolana. Cionondimeno il centro sessuale ha una grande importanza per l’attività generale, e particolarmente per la crescita interiore dell’organismo, poiché lavorando con l’idrogeno 12, può beneficiare di un finissimo nutrimento d’impressioni, che nessuno degli altri centri ordinari può ricevere. Questo fine nutrimento di impressioni è importantissimo per la produzione degli idrogeni superiori. Ma quando il centro sessuale lavora con un energia che non è la sua, cioè con gli idrogeni relativamente inferiori 48 e 24, le sue impressioni divengono ben più grossolane, ed esso non ha più nell’organismo la parte che potrebbe avere. Allo stesso tempo la sua unione con il centro intellettuale e l’impiego della sua energia da parte del centro intellettuale provocano un eccesso di immaginazione di ordine sessuale e in aggiunta una tendenza a soddisfarsi di questa immaginazione. La sua unione con il centro emozionale, crea il sentimentalismo o al contrario la gelosia, la crudeltà. Ecco altri aspetti dell’abuso del sesso”. (Pëtr Dem’janovič Uspenskij, da “Frammenti di un insegnamento sconosciuto – la testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G. I. Gurdjieff”, 1976)
Nell’immagine: Ideogramma cinese dell’odio