Affabulazioni

Improvvisi per macchina da scrivere

06.04.2022
“È affascinante. Può essere rovinoso. È un bel gioco, come la roulette russa. I macchinismi computerizzati si sono infilati nella Borsa di New York. Calmi. Non hanno passioni. Non hanno opinioni. Una volta, anni fa, qualcuno li aveva predisposti: se quel titolo scende di tanto, vendere. Loro vendono. Il titolo scende. Vendono più alla svelta. Sono rapidissimi. Potrebbero vendere tutta l’America in venticinque minuti. O comprarla.
I computer non hanno fame, non hanno problemi di tasse, non si sposano, non hanno figli, non hanno sonno, non hanno patria; maneggiano miliardi di dollari, marchi, franchi, lire, ma non hanno bisogno di soldi; anzi, nemmeno sanno che cosa siano, vendono, comprano pezzi di carta; ma non sanno nemmeno che cosa è la carta.
Mi affascinano questi stregoni innocenti che lavorano con fredda calma, indifferenti, mentre le nazioni si decompongono, i banchieri si procurano passaporti falsi, e il pianeta comincia a sbriciolarsi.”

“Per l’oscura legge degli antichi, Caino non venne giudicato da alcun tribunale, non patì prigione né sedia elettrica; ché anzi venne protetto da un segno misterioso: nessuno doveva toccarlo, sebbene fosse Caino. Nessuno lo ha toccato: la garanzia sacra lo ha accompagnato nei secoli, nei millenni; Caino è da sempre e per sempre con noi. (…)

Diciamo la verità: Abele, il mite Abele, non è altrettanto simpatico. Ho in mente una Storia sacra illustrata, in cui Caino ha la faccia stravolta e gli occhi storti e Abele ha la faccia inconfondibile del primo della classe, del boy scout che aiuta le vecchiette ad attraversare la strada. Deve essere stato l’inventore della cravatta, dell’erre moscia, delle vacanze a Cortina, dei mocassini e dei levrieri; delizioso, l’uomo che tutte le madri sognano come marito per le figlie, così distinto e per bene, il tipo che piace, piace addirittura al Signore. (…)

Ma poi capita che le ragazze abbiano un debole per Caino; è un tipo sgangherato, è un mettimale che ogni tanto bisogna ripescare all’osteria, ma è anche un lavoratore, ed è un malinconico: bisogna consolarlo. Alza la voce, ma ha le lacrime facili. Un violento? Lasciate fare, un po’ alla volta si potrà educare. Purché sia meno infelice. (…)

Adamo ed Eva erano tecnicamente una famiglia? Bene, quando li hanno cacciati, estromessi, sfrattati, sono diventati la prima famiglia con problemi di alloggio. Nessuno lo dice, ma forse in quel momento si affacciarono nella storia umana gli animali affettivi. (…)”

Giorgio Manganelli, da “Improvvisi per macchina da scrivere”, 1989

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