Musichiamo

Roma spogliata

21.04.2022
Quell’inverno l’odore di caffè negli autobus era di rito
E la pioggia non cadeva giù per caso e né per gioco
Nei cinema Hollywood cantava la nostalgia
Un po’ bagnato guardavo per la strada la gente mia
Roma puttana, quattro dischi, un gatto, una serata strana
Roma spogliata dei suoi tanti amori, dei suoi vecchi fiori
Roma fatata, lasciami cantare una serenata
Nelle macchine appannate dai discorsi su Carnevale
I bambini disegnavano spauriti i loro cuori
E i tedeschi vestiti come al mare fan tremare
Le signore coperte di animali sempre più rari
Roma venduta per due soldi a una vecchia americana
Roma nascosta sotto il fumo nero dei nostri cannoni
Roma incantata, lasciami suonare una serenata
Quell’inverno, quell’inverno se la mente non mi inganna era d’estate
“Chiama i giri che le quattro anche stanotte sono arrivate”
Roma sorella, quante volte son partito e ritornato
Roma mia madre, occhi tristi che non m’hanno abbandonato
Roma svampita, calze a rete, tacchi a spillo e un po’ di vita
Roma ingannata dai suoi tanti amori, dai suoi vecchi fiori
Roma stregata, lasciami cantare una serenata
Roma spogliata, lasciami cantare una serenata
Luca Barbarossa, “Roma spogliata”, dall’album “Vivo”, 1993

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Foto di Andrea Coltrioli

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