«È stupefacente trovarmi ancora qui, alla fine di ogni giornata. Andare a letto di notte e pensare sorridendo che “ho vissuto un altro giorno”. E poi è stupefacente risvegliarsi otto ore dopo e vedere che è la mattina di un nuovo giorno, e sono sempre qui. “Sono sopravvissuto a un’altra notte”, penso, e mi viene […]
“Ogni tanto, di notte o verso l’alba, mi sveglio con un dolore che è il più disperato e intollerabile di tutti quelli che ho conosciuto. Non so dove mi trovo. So bene il luogo immediato, se ci penso, il nome di una città o l’altra, e perfino la via ancora rischiarata, a quest’ora, dal fanale […]
“Ringrazio il vaso che trabocca, l’ultima goccia, il braccio che mi ha spinta sotto, il passo lungo del dolore nell’istante in cui ha raggiunto la forcella, il bivio. Senza di loro, avrei indugiato, tappandomi gli occhi con le mani, perseverando nella fuga, nel nascondimento. Ringrazio il punto di rottura, l’umiliazione più cocente, lo strappo immedicabile. […]
“Quando mi si dice che sono un sapiente, o un saggio, mi rifiuto di crederlo. Un uomo una volta immerse un cappello in un fiume e lo ritrasse colmo d’acqua. Che cosa vuol dire? Non sono quel fiume. Sono in riva al fiume, ma non faccio nulla. Altri si trovano sulla riva dello stesso fiume, […]
“Ho trovato la definizione del Bello, del mio Bello. È qualcosa d’ardente e triste, qualcosa un po’ vago, lasciante spazio alla congettura. Applico, volendo, le mie idee ad un oggetto sensibile, per esempio all’oggetto più interessante nella società, ad un viso di donna. Una testa seducente e bella – una testa di donna, voglio dire […]
“Sto partorendo, questa volta lo sto facendo dal cuore. Sto togliendo dal mio cammino tutte quelle credenze che mi condizionano e limitano. Sto guardando le ripetizioni che stancano e soffocano. Sto apprezzando tutto quello che mi ha fatto arrivare qui e trasformando ciò che non mi spinge più avanti. Sto integrando tutte le mie donne. […]
Questa domanda me la fanno sempre: «Ma prof, a che serve studiare ‘sta roba?». Di norma per “roba” intendono: la letteratura. Le poesie. I romanzi. Quella “roba” lì. È una domanda giusta. Certo, di primo acchito diciamo che ti può indisporre leggermente (e per leggermente intendo che il primo istinto è rispondere “A non diventare […]
– Quanti anni hai? – Ne ho trentanove. – No, aspetta. Cioè, sì, è corretto. Ma non solo. Perché dovrei averne solo trentanove? Sì trentanove, ma oggi – per esempio – me ne sento sedici, come la prima volta che qualcuno ha fatto una playlist per me. E solo ora capisco cosa significasse, negli anni […]
“In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In […]
“Oggi imperversa ovunque una algofobia, una paura generalizzata del dolore. Anche la soglia del dolore crolla con rapidità. L’algofobia ha come conseguenza un’anestesia permanente. Si evita qualsiasi circostanza dolorosa. Persino le pene d’amore sono diventate sospette. L’algofobia si estende nell’ambito sociale. Ai conflitti e alle controversie che potrebbero condurre a confronti dolorosi viene riservato uno […]